Sarà proiettato a Sciacca “Un Baiano Pirandelliano”

Dopo la proiezione internazionale a Salvador De Bahia(Brasile)e la prima nazionale all auditorium della Rai Sicilia di Palermo,(ma anche alla casa d’Italia sempre a Salvador De Bahia e all’openspace the ater di Agrigento), sabato 15 settembre ore 21:00 e domenica 16 ore 21:30 verrà presentato all’interno dello Sciacca film fest “Un Baiano Pirandelliano”.Giunto all 11 edizione,uno dei festival del cinema più importanti della Sicilia.
“Un Baiano Pirandelliano” è un film documentario ambientato in Sicilia (Italia).Il progetto ha come protagonista l’artista contemporaneo Menelaw Sete che ritorna dopo 15 anni con l’esigenza di raccontare,tramite la sua arte e la sua filosofia di vita,alcuni aspetti che stanno portando,ad un punto di non ritorno,il pianeta terra.Insieme al produttore e regista Eduardo Veneziano,ha creato un percorso che,in maniera metaforica,racchiude i quattro elementi della natura.
Il Progetto è suddiviso in 5 capitoli dove ogni capitolo viene messo in scena in una diversa location.
L’obiettivo è di raccontare alcuni aspetti della sua vita mettendoli a confronto con il mondo di oggi,creando così un contrasto fra l’arte,fonte di cambiamento e rivoluzione e la realtà che non solo abbatte e schiaccia l’anima ma viene vista anche come dimensione dove tutti vengono assorbiti e trasformati in un numero.Alla fine di ogni capitolo,per sottolineare alcuni degli aspetti e delle conseguenze che stanno portando il pianeta al collasso,sono stati realizzati dei racconti messi in scena sotto forma di cartoni animati,scritti da Eduardo Veneziano per creare delle visioni parallele a quelle dell’artista,con l’intento di rinforzare i temi portanti dell’ intero progetto.Ognuno di essi rappresenta delle storie basate sulla deforestazione,sull’estinzione degli animali,su altre tematiche che porteranno pian piano il pianeta alla distruzione e anche sulla visione dell’essere umano distratto ed indifferente.L’obiettivo è di poter sensibilizzare quante più persone possibili.L’artista,all’interno di ogni capitolo,riesce a creare una dimensione surreale che porta lo spettatore ad identificarsi nella sua visione,creando così un parallelo tra la sua filosofia metaforica espressa nel documentario nella parte filmica e le conseguenze della fine del pianeta espresse nella parte animata, creando così una connessione.Un pensiero che fin da subito si è sposato con il progetto è che l’arte non sempre riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
Redazione
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